“Macchina indiana” sinonimo di qualità. Se lo dice Mahindra, c’è da crederci
Il Gruppo Mahindra oggi è una multinazionale con giro d’affari di 17,8 miliardi di dollari, con sede a Mumbai, in India, ed è presente in più di 100 Paesi, con oltre 200.000 collaboratori. Le sue attività spaziano in 20 settori chiave, che stanno alla base dell’economia contemporanea. Produttore di aerei e motori marini, nonché pioniere delle auto elettriche con cambio automatico, Mahindra è l’unico costruttore indiano con veicoli in cielo, terra e mare.
La storia del Gruppo inizia nel 1947, quando presenta il primo utility vehicle indiano. I due fratelli Mahindra, Jagdish Chandra e Kailash Chandra, assemblano le leggendarie Jeep Willis, punto di partenza verso la conquista dei mercati mondiali. Dopo il successo dei fuoristrada, è la volta dei veicoli commerciali leggeri e dei trattori, segmento quest’ultimo che negli anni si rivelerà molto importante, fino a portare Mahindra al primo posto al mondo per volume di vendite.
Il DNA delle origini è comunque sempre presente, e Mahindra nel 2005 diventa anche il leader indiano nel segmento dei SUV. Nel frattempo crea la divisione Mahindra Systems e Automotive Technologies (MSAT), dedicata allo sviluppo dei componenti e all’offerta di servizi ingegneristici. Ma l’orizzonte della casa automobilistica indiana è molto più vasto dell’India. Nel 2008 acquisisce Kinetic Motor Company ed entra anche nel settore produttivo delle moto, con la società Mahindra Two Wheelers.
L’espansione procede di pari passo con l’innovazione: nel 2010 rileva la maggioranza di REVA Electric, specializzata nella produzione di veicoli elettrici compatti, e del marchio coreano SsangYong.
Anche il 2015 scrive due capitoli importanti della storia Mahindra, attraverso l’acquisizione del 51% di Peugeot Motorcycles (gruppo PSA), storico marchio francese, e del 76% del prestigioso brand italiano Pininfarina. Quando sentite parlare di ”macchina indiana” pensate a Mahindra. Il resto viene da sé.